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MIGLIAIA DI GIOVANI DA TUTTO IL MONDO PER I 200 ANNI DI DON BOSCO

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Da Torino verso le periferie esistenziali e geografiche del mondo per offrire ai giovani una esperienza educativa che dia speranza. Nell’omelia della Messa conclusiva del bicentenario – celebrata davanti a migliaia di giovani da tutto il mondo al Colle – il rettore maggiore dei Salesiani, don Angel Fernandez Artime, ha sottolineato l’emozione di ricordare don Bosco nel giorno dell’anniversario della nascita, il 16 agosto 1815, proprio nel luogo in cui tutto è cominciato, sulle colline dei Becchi.

«Questo bicentenario che celebriamo oggi, durante il cammino percorso in quest’anno in tutte le presenze salesiane del mondo, ha voluto essere per tutti noi, e in particolar modo per il mondo salesiano, una preziosa occasione che ci è stata offerta per guardare al passato con gratitudine, al presente con speranza, e per sognare il futuro di missione evangelizzatrice ed educativa della nostra Famiglia salesiana con forza e novità evangelica, con coraggio e sguardo profetico… Il Santo Padre ci dice nella sua lettera che “Don Bosco ci insegna, prima di tutto, a non stare a guardare, ma a schierarci in prima linea, per offrire ai giovani un’esperienza educativa integrale che, solidamente basata sulla dimensione religiosa, coinvolga la mente, gli affetti, tutta la persona, sempre considerata come creata e amata da Dio”. Siamo eredi di un grande uomo, un vero figlio del suo tempo e un vero tessitore della storia, un uomo straordinario, ma umile e in mezzo agli ultimi, che ispirato alla bontà e allo zelo di san Francesco di Sales, ha dato origine a un vasto movimento di persone sempre in cammino, messi in moto, dalla periferia di Torino alle diverse periferie esistenziali e geografiche (come quella della fine del mondo nella Terra del Fuoco e nella Patagonia del suo tempo). Siamo eredi di un’eredità che viene sviluppata, trasmessa e fecondata con le proprie opzioni di vita e la donazione piena di noi stessi per farla feconda e ancora più ricca. Ciò si concretizza nell’importante sfida che ci lascia il Santo Padre: “Come Famiglia Salesiana siete chiamati a ravvivare la creatività carismatica dentro e oltre le vostre istituzioni educative, mettendovi con dedizione apostolica sui sentieri dei giovani, in particolare quelli delle periferie”. Siamo eredi con una grande responsabilità sulle spalle, ma soprattutto con un irradiante fuoco nel profondo del cuore: la nostra passione per vivere, come il Santo Padre ha voluto mettere come titolo della sua lettera: come don Bosco, con i giovani e per i giovani».

 

(Fonte: Vatican Insider)