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ADDIO A LORIS CAPOVILLA, L’ANGELO CUSTODE DEL PAPA BUONO

S.E. Card. Loris Capovilla

Fu segretario di Giovanni XXIII. Creato cardinale da Jorge Mario Bergoglio è morto giovedì scorso. Aveva 100 anni. Paolo VI lo nominò arcivescovo di Chieti e poi delegato pontificio di Loreto.

«Eminenza» rispose il vicario, «è un buon prete, bravo, non gode però di buona salute e avrà vita breve». E subito il cardinale commentò: «Be’, se non ha salute, verrà con me e morirà con me». Quel «buon prete» che doveva morire giovane,fra qualche mese, a ottobre, avrebbe compiuto la bellezza di 101 anni. È Loris Francesco Capovilla, il segretario di Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia (1953-1958) e poi Giovanni XXIII (1958-1963). Se n’è andato a cento anni dopo essere diventato dal 15 aprile 2015 il più anziano vescovo d’Italia e il quarto nel mondo. Sempre tra i vescovi, con riferimento agli anni trascorsi dall’ordinazione presbiterale era il primo tra gli italiani, e quarto a livello mondiale. Era stato creato cardinale da papa Francesco il 22 febbraio 2014, lo stesso anno della canonizzazione di Roncalli, a 98 anni, ricevendo il titolo presbiterale di Santa Maria in Trastevere e divenendo in tal modo il membro più anziano del collegio cardinalizio. 

Capovilla è stato per una vita il custode attento della memoria storica del “Papa buono”. E quando è stato creato cardinale da Francesco aveva accolto la porpora soprattutto come «un riconoscimento a lui, a Papa Giovanni».

Nato a Pontelongo (Padova) il 14 ottobre 1915, da Rodolfo e Irma Letizia Callegaro, viene battezzato nella chiesa del paese dedicata a Sant’Andrea il 7 novembre dal parroco don Angelo Finco. Il padre, funzionario della Società Belga Zuccherifici, muore a 37 anni il 26 maggio 1922. La sua morte provoca per la vedova e i due figli, Loris e Lia, un lungo periodo di precarietà che costringe la famiglia a continui spostamenti, sino all’approdo definitivo a Mestre nel 1929. Il padre, funzionario della Società Belga Zuccherifici, muore a 37 anni il 26 maggio 1922. La sua morte provoca per la vedova e i due figli, Loris e Lia, un lungo periodo di precarietà che costringe la famiglia a continui spostamenti, sino all’approdo definitivo a Mestre nel 1929. 

Alunno del seminario patriarcale di Venezia, viene ordinato sacerdote il 23 maggio 1940 dal cardinale Adeodato Giovanni Piazza. Assolve diversi incarichi nella parrocchia di San Zaccaria e in curia. È cerimoniere capitolare a San Marco, catechista alle scuole medie e superiori, cappellano dell’Opera nazionale di assistenza religiosa e morale degli operai (Onarmo) a Porto Marghera, cappellano del carcere minorile e all’Ospedale degli infettivi.

Durante la Seconda Guerra Mondiale presta servizio militare in aviazione. All’annuncio dell’armistizio, l’8 settembre 1943, è all’aeroporto Natale Palli di Parma, dove in quei giorni si adopera per sottrarre quanti più avieri possibile all’internamento in Germania. Nel 1945 il cardinale Piazza lo scegli come predicatore domenicale a Radio Venezia, incarico che mantiene sino al 1953. Nel 1949 il patriarca Carlo Agostini lo nomina direttore del settimanale diocesano “La Voce di San Marco” e redattore della pagina veneziana dell’ “Avvenire d’Italia”. È iscritto all’albo dei giornalisti dal 1950.

 

Per oltre un decennio è segretario particolare di Angelo Giuseppe Roncalli, cardinale patriarca di Venezia dal 1953 al 1958, anno in cui il 28 ottobre viene eletto vescovo di Roma con il nome di Giovanni XXIII. È al suo fianco durante l’esperienza veneziana e poi per tutto il pontificato. Lo accompagna nelle visite e nelle celebrazioni, condivide con lui gioie e difficoltà, è spettatore partecipe della sua paternità pastorale. Ma soprattutto è diretto testimone della straordinaria intuizione di convocare il concilio ecumenico Vaticano II, che il Papa annuncia a sorpresa nel 1959, guidandone poi la preparazione e la prima fase. Alla morte di Roncalli, il 3 giugno 1963, il successore Paolo VI lo nomina perito conciliare, confermandolo inoltre nell’ufficio di prelato d’anticamera, e il 26 giugno 1967 lo sceglie come arcivescovo di Chieti-Vasto, conferendogli l’ordinazione episcopale il 16 luglio successivo, nella basilica di San Pietro. 

È lo stesso Pontefice bresciano a nominarlo poi, il 25 settembre 1971, prelato di Loreto e delegato pontificio per il santuario lauretano, assegnandogli la stessa sede titolare di Mesembria che fu dell’arcivescovo Roncalli dal 1934 al 1953. Rinuncia all’ufficio pastorale il 10 dicembre 1988 e si ritira a Sotto il Monte, paese natale di Roncalli, dove si dedica a coltivarne la memoria e a promuovere la conoscenza della sua figura e della sua opera. Cura la pubblicazione degli scritti principali: Il Giornale dell’anima; la trilogia Questo è il mistero della mia vita, Giovanni XXIII, un santo della mia parrocchia e Mi chiamerò Giovanni; le raccolte Lettere ai familiari e Lettere 1958-1963. Ha scritto numerosi volumi sulla vita e le opere del pontefice bergamasco, ai quali si aggiungono centinaia di opuscoli e di articoli apparsi in quotidiani, settimanali e riviste.

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